Un po’ di storia

La Fufi: ecco il mio mondo dell’alta cucina

Doveva passare però molto tempo, prima che questi sforzi si trasformassero in qualcosa di più organico. Fu solo alla metà degli Anni Novanta che mi iscrissi – nel frattempo mi ero sposata – alla scuola torinese di Arte Culinaria diretta da Maria Gabriella Fogli e da questo momento mi avventurai nel mondo dell’alta cucina cominciando a conoscere, con gioia e stupore crescenti, attrezzi professionali, tecniche, sapori sempre più eleganti. Frequentai per qualche tempo persino le cucine dell’Albereta, un ristorante con locanda e scuola, allora diretti da Gualtiero Marchesi, in quel di Erbusco, in Franciacorta. Fu una esperienza indimenticabile, che mi arricchí enormemente e che, al di là dell’ulteriore bagaglio tecnico, mi aiutò nel raggiungimento di uno stile personale.
Nel frattempo mi ero innamorata non soltanto dei grandi olii extravergini di oliva usati come condimento pressoché esclusivo, ma anche del rame: un metallo prezioso che fu alla base delle celebri “Pentole della Fufi”, uno strumento di origini antiche con le quali ho creato innumerevoli piatti nuovi.
Dal 1997 la scuola divenne mia, e fu conosciuta come La Fufi – Scuola di alta cucina (e gli innumerevoli allievi si autoproclamarono “Fufini”); dopo essere stata un bel po’ al vecchio indirizzo di Torino di via Marco Polo, mi spostai non lontano, ovvero in via Gioberti.
Tanti anni di lavoro e di ricordi si interruppero quando, nel 2013, mi trasferii negli Stati Uniti – a Tucson in Arizona, per l’esattezza – per aprire e condurre un ristorante italiano, La Fufi – Caffè Milano. Anche quella fu una esperienza eccezionale che mi ha arricchito non solo dal punto di vista professionale, ma anche da quello, ben più importante, umano.
Dopo la brusca intrerruzione dell’attività americana causata dal Covid, oggi continuo di nuovo in terra italiana e mi considero ancora una entusiasta dell’alta cucina. Al presente i miei interessi sono rivolti ad altri aspetti di questo mondo, come il rapporto tra cibo e salute, o il recupero delle tradizioni, oppure ancora la creazione di ricette che favoriscano l’organizzazione di eventi dedicati alla interculturalità e alla multispiritualità.
Le idee non mancano, mentre all’orizzonte spuntano interessantissime collaborazioni.
Stay tuned, come si suol dire oggi!